La memoriaTC "La
memoria"
Nessuno prima di noi avrebbe cantato
ciò che viene detto.
Eravamo lontani,
senza luce da reggere il tavolo
su cui scrive colui che al buio,
e non noi,
vede la nostra storia
senza importanza.
Il pieno vagare d’una mattina
colma di luoghi ignoti
ricordano un certo abitare
pieno d’infanzia. Silenzio.
La vergogna nel dire
ricorda i nostri ricordi
non d’una sola volta, e leggera.
Nessuno prima di noi avrebbe cantato
il dolore della perdita
agli occhi piangenti senza lacrime,
da sempre eterni, mai nati
senza luce, occhi nostri.
Nessuno prima di noi avrebbe cantato
l’estasi dello straniero
prima di partire non è mai arrivato:
è sempre presto, sempre più grande di lui,
lo straniero, colui che non ha
un volto certo.
Nessuno prima di noi avrebbe cantato
le barche che scivolano
prima ancora dell’aereo perduto,
quello non preso in piena estate, la festa dei
sensi,
L’avventura non ha più un luogo
dove posarsi, mai più.
Anche se noi cantiamo
ciò che non è mai stato cantato,
cantando nel mezzo d’un sonno profondo
da confondere le idee
d’un tempo mai avvenuto,
arriva quel Silenzio dipinto da oscure perdite.
Ma il silenzio è un altro, è nostro,
ancora più vero, reale.
Si fa silenzio rumoroso,
da montagne mai conosciute.